(a Galileo) si svelavano fino in fondo gli equivoci che la confusione peripatetica fra fisica e teologia aveva introdotto sul terreno religioso. La scienza umana è valida nella misura in cui si rende conto dei propri limiti, che sono i limiti della propria verificabilità. ( ... )
L'ambito dell'esperienza è mondano e corruttibile; è limitato e conscio del limite. Deserta di presenze ultramondane, la scienza mondana riconosce l'esistenza di un'altra esperienza: la fede; conflitto tra le due non può esserci, quando sia eliminata la confusione aristotelica fra fisica e teologia. Ed è qui, forse, che nasce il più profondo interrogativo di Galileo. Quella veduta tutta terrestre del sapere e dell'uomo, lascia davvero un margine alla fede? ( ... )
Galileo trova la sua risposta in un cristianesimo sincero, riconosciuto nella sua funzione pedagogica e morale. La sua lotta contro il peripatetismo si presenta insieme come lotta per la liberazione degli uomini attraverso la verità e la fecondità della scienza, e come una sorta di nuova apologetica di un Dio molto lontano dal Dio dei filosofi. Serena la sua fede, liberatrice la sua scienza; i cieli scoperti, gli strumenti costruiti, gli danno un senso di gioia e di forza, di fiducia. Proprio per questo la proclamazione della verità, a tutti, nel suo straordinario volgare assume ai suoi occhi valore di missione. Sagredo lo implora invano di non «mettere in discorso cose dimostrative» e di lasciar perdere gl'ignoranti: «Se i predicatori non muoiono dietro gli ostinati peccatori, perché ella vuole martireggiarsi da se stessa per convertire gli ignoranti, i quali infine, non essendo predestinati o eletti, bisogna lasciarli cadere nel fuoco dell'ignoranza». Vincat veritas! - risponde Galileo; alla verità è intrinseca la necessità di comunicarsi a tutti e di operare per il bene di tutti. Qui l'inizio e la fondazione, non la crisi delle scienze europee.
Eugenio Garin, Scienza e vita civile nel Rinascimento italiano, UL, 1975


Delle interpretazioni riassuntive della posizione di Galileo UNA E’ INCONGRUENTE con l’analisi di Garin sopra riportata. Quale?

La religione non fa conoscere il mondo fisico, ma dà agli uomini insegnamenti e precettimorali

Tutti hanno il diritto di conoscere la verità che lo scienziato scopre e che ha il dovere dicomunicare anche agli ignoranti

L’esistenza di Dio non è affermata dalle dimostrazioni dei filosofi: il sapere degli uominiè tutto terrestre

Se si evita la confusione tra i diversi discorsi, quello sul mondo e quello su Dio, si evitaogni conflitto tra scienza e fede

Anche se la scienza dimostra che Dio non esiste, lo scienziato ne sente l’esigenza e lasoddisfa con un atto di fede

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