«Miglioramento e “progresso” sono oggi intimamente legati alle nozioni di piccolo, leggero, trasferibile. Viaggiare a mani libere, anziché attaccarsi tenacemente a cose ritenute attraenti per la loro affidabilità e concretezza (vale a dire per il loro peso, solidità e resistenza): questo è oggi il tratto distintivo del potere. Ancorarsi a un posto non è così importante se questo posto può essere raggiunto e abbandonato quando si vuole, in poco tempo [...]. Per contro, ancorarvisi eccessivamente, sovraccaricare il legame con un coinvolgimento reciprocamente vincolante può rivelarsi estremamente dannoso qualora spuntino altrove nuove opportunità. [...] Ribaltando una tradizione millenaria, oggi sono i ricchi e potenti a odiare tutto quanto è durevole e a cercare il transitorio, mentre i più poveri si aggrappano a quel po’ che posseggono e tentano disperatamente e contro tutte le avversità di farlo durare il più a lungo possibile.»
tratto da: Zygmunt Bauman, Modernità liquida, Laterza, Bari, 2002, p. XXI.
Si scelga, per il brano riportato, La FRASE CHE SINTETIZZA LA TESI di Bauman:

i poveri non hanno bisogno del superfluo

i poveri si ancorano, i ricchi no

viaggiare a mani libere senza attaccarsi a niente

stabile non è più bello

ricchezza e povertà sono in eterno conflitto

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